Archivi del mese: settembre 2008

L’odissea di Glystra


Jack Vance, pp. 220
Urania Collezione, EURI 4,90

Breve romanzo ambientato  su un pianeta gigante ("Big Planet" è il nome originale della versione originale) ai confini dello spazio conosciuto, dove vengono mandati  reietti,  criminali, utopisti e tutti coloro che non vogliono conformarsi alle regole terrestri.  Vance racconta  la piccola odissea di una delegazione governativa  catapultata  in un contesto tecnologicamente piu’ arretrato  del proprio a causa della scarsezza di metalli e insieme piu’   ricco e variegato nella popolazione e negli stili di vita:   quasi in una visita guidata  ai segreti, ai pericoli e alle culture di un mondo alternativo.  L’ ambientazione è ricca e  coerente, la trama semplice e lineare: lettura leggera e avventurosa in linea con lo stile dominante nella fantascienza popolare degli anni ’50.

Voto: 5

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Archiviato in 2008, collana urania collezione, jack vance, narrativa straniera, science fiction, urania

La vita agra


Luciano Bianciardi, pp.200
Tascabili Bompiani, EURI 9

Il boom economico se guardato nel suo insieme doveva sembrare una macchina perfetta, veloce e inarrestabile, lanciata verso il futuro. Si compiva davanti a un popolo intero il miracolo materiale dello sviluppo che per tutti ancora coincideva nel lessico e nell’immaginario col progresso stesso. La trasformazione radicale della società avveniva inconsapevolmente perché inconsapevole è la Storia, congettura umana che si scrive a posteriori.   La macchina però la si può raccontare e vivere dall’interno, ci si puo’ muovere tra i suoi ingranaggi col preciso intento di distruggerli, si puo’ essere corpo estraneo al sistema di riferimento raccontando la vita ordinaria, i rapporti, l’asfissia, tenendo ben presente che il sistema economico-sociale non coincide con la propria autocelebrazione e gli individui non possono e non devono esaursi in esso. 

In queste pagine le vicende e le passioni del singolo illuminano il vuoto e l’alienzaione delle vite dei tanti e da questa prospettiva si finisce  col guardare in faccia la miseria umana che nasce tra le ceneri della miseria materiale.   

Il volo dell’utopia si ribella al camminare cieco, quasi strisciante, delle larve imbacuccate che si scontrano anonime nella nebbia della metropoli, così come tra la profondità  delle miniere   e la cima dei primi  grattacieli c’è una distanza infinità e spietata, sanabile soltanto dall’ atto umano , crudele e disperato,  del conflitto estremo.  Immersi nel vissuto quotidiano in un flusso di pensieri travolgente, ci si muove  tra i fossi e le nuvole,  tra  ironia caustica, lucido realismo  e frequenti divagazioni che appaiono come  finestre a strapiombo sull’immaginario dell’autore.

Romanzo rabbioso e vivo,  perla libera e disincantata della letteratura ribelle, La Vita Agra è  il capolavoro  di un talento unico, che porta lo spirito eroico ed eternamente giovane dell’utopia al cospetto di un nemico  enorme e impersonale che si rivela alla fine invicibile. Un nemico che ti assorbe dandoti  un ruolo tra le sue fila, un ruolo da svolgere   a tempo pieno e con dovizia, quello di  ingranaggio tra altri  ingranaggi ,   fini  ultimi ridotti a mezzi che si scoprono sconfitti senza neppure aver combattuto.

Voto: 8+

dal film "la vita agra"di Carlo Lizzani

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Archiviato in 2008, bompiani, luciano bianciardi, narrativa italiana

Omaggio a David Gemmell. RIP.

D.Gemmell, pp.479
Piemme, Euri 6,5
Voto: 7
D.Gemmell, pp. 473Piemme ORO, Euri 6,5
Voto: 6,5
David e Stella Gemmell
 pp.509, Piemme, Euri 22
Voto: 6

David Gemmell è noto soprattutto per il ciclo dei Drenai, lunga serie di romanzi fantasy che pur mantendo la stessa ambientazione restano piuttosto scollegati l’uno dall’altro. Di fatto quindi il ciclo non è tanto una vera e propria saga, quanto una lunga collezione di episodi con un’ambientazione in comune, dove l’epica dell’uno riecheggia nelle pagine degli altri mantendoli però isolati e spesso lontani anche nel tempo narrativo.

Il suo romanzo migliore, tra quelli che ho letto, è di certo "La leggenda dei Drenai" in cui all’interno di una trama piuttosto lineare emerge la bravura di Gemmell nella costruzione minuziosa dell’ eroe fantasy. Druss è la figura centrale del ciclo e le gesta descritte in questo romanzo si trasformano in mito per l’intero svolgersi della saga. Druss è l’archetipo dell’eroe di Gemmell: un personaggio costruito con cura, efficace a tal punto da tenere in piedi da solo l’intera costruzione epica di un mondo fantastico. Un guerriero puro nel senso che il termine prende nei Role Play Game, quasi monodimensionale, che si muove sicuro e determinato in un mondo semplice e cruento fatto di sangue, acciaio e onore. Per me i romanzi di Gemmell sono stati soprattutto questo: narrazioni lineari e storie semplici dove eri sicuro poter trovare un eroe pronto se necessario ad affogare nel sangue del nemico pur di fare a pezzi il mondo intero con un’ascia. Ogni tanto leggo il fantasy  perché sento il bisogno di sognarmi altrove e se la scelta è tra  gnomi, fate e maghetti e una testa  che mozzata di netto  da una spada  rotola  giu’ da  un collo  che zampilla sangue arterioso, scelgo senza esitare quest’ultima immagine. Ognuno si rilassa come puo’.

Mentre anche negli altri romanzi, spesso non eccezionali a dire il vero, la costruzione dell’eroe resta un punto di forza di Gemmell, al contrario il piu’ grande limite della sua produzione fantasy è forse lo sfondo su cui i suoi eroi si muovono che non risulta mai troppo ricco di particolari militari, politici e culturali, non è mai davvero ampio e non sempre sembra intrinsecamente coerente. Mi è spesso parso che Gemmell costruisse mondi della cui scenografia si  scorgessero in controluce le impalcature di cartapesta. Del resto la telecamera di Gemmel non si muove mai in campo lungo, non fa carrellate e non fa salti, al contrario l’inquadratura è sempre ben stretta sui protagonisti e sull’azione rendendo alcuni suoi romanzi avvincenti, ma di cortissimo respiro. Un autore davvero di genere, simpatico già soltanto per il fatto di essere arrivato alla scrittura tardi dopo aver svolto in vita sua un’infinità di altri lavori, onesto, molto produttivo e ben conscio di quali fossero le attese dei suoi lettori.

Pare che poi qualche anno fa che David con sua moglie Stella abbiano fatto un giro per le isole del Mediterraneo, ospiti sulla barca a vela di una coppia di amici . Qui David deve essersi innamorato del Grande Verde, della Grecia, di Omero e dell’ Iliade fino a decidere di cimentarsi col Romanzo Storico, uscire dal proprio ambiente naturale e reinterpretare le vite dei piu’ famosi eroi mai raccontati.

Deve essere nata così la trilogia del Signore di Troia, nella quale quanto detto di negativo sull’evanescenza dell’ambientazioni del ciclo dei Drenai viene gioco forza superato: il solido background stavolta lo fornisce Omero in persona e, va detto, i personaggi di Gemmell  ci si muovono dentro abilmente.

Conforntandosi col romanzo storico Gemmell ha deciso di compiere un’opera di doppio filtraggio sulla leggenda Omerica tentando di ricostruire una versione plausibile di quei fatti che dovevano aver ispirato il poema originale. La costruzione fantastica andava quindi una volta ancora ristoricizzata, riconducendo a più terrene vicende racconti mitici strapieni di eventi prodigiosi e interferenza divine: così tutta l’Odissea diventa il frutto della fervida immaginazione di un Ulisse in versione Re-Cantastorie, scompare il pomo della discordia, dietro la guerra di Agamennone emergono progetti di egemonia commerciale e militare mentre nelle profezie di Cassandra, almeno in parte, aleggiano i fantasmi di un disturbo mentale. Per il resto,ciò che Gemmell non riporta in terra decide spesso di stravolgerlo piegandolil mito alle sue esigenze di narratore. A questo proposito va detto chiaramente  che, pur non essendo Troy , se siete dei puristi dei classici questa saga non fa per voi.

David Gemmell non fu forse un grandissimo scrittore, ma questo è probabilmente il suo personale capolavoro e di certo è la grande storia che sognava di (ri)scrivere, guardando per una volta oltre la consueta nicchia di lettori. La saga si lascia leggere con piacere, soprattutto il primo libro, ancora una volta i suoi personaggi eroici sanno far presa, la tensione è spesso alta e anche la struttura narrativa si fa più elaborata, smaliziata e accattivante.

Nel 2006 mentre scriveva  il terzo libro della saga David Gemmell è morto.

La Caduta dei Re viene terminato dalla moglie Stella mentre David, immagino, se ne stava da qualche parte a disegnare eroi, contento che la sua saga avesse comunque visto la luce.

PS: Uther ha recensito su Ozia Il Signore di Troia qualche mese fa, per leggere anche il suo parere andate qui

PPS: No, malgrado gli ultimi due post Ozia non sta diventando un sito di necrologi per scrittori…

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Archiviato in 2008, collana piemme pocket, fantasy, fanucci, gemmell, piemme, romanzo storico

David Foster Wallace

Mai letto nulla di suo in vita mia fino alla settimana scorsa quando mi è stato prestato "Una cosa divertente che non farò mai più" (Minimum Fax).
Il libretto è indubbiamente simpatico ma non mi aveva forse conquistato del tutto (ho scoperto poi un vero e proprio movimento di "adoratori") e apettavo di leggere altro per esprimermi.

Causa l’entropia del cosmo e la solita confusione di cui mi circondo, soltanto dopo aver letto quello mi sono accorto di avere già un altro suo romanzo (Oblio) in pila da chissà quanto… l’ho riportato in cima alla pila e pensavo di iniziarlo a breve, e mi sono segnato "Infinite Jest" come libro da rimediare appena possibile.

Ieri parlando del più e del meno scopro che Wallace è stato trovato morto venerdì, impiccato nella propria abitazione, probabile suicidio…

Avete mai quella sensazione come di "possibilità negate"… non so, come quando incrociando gli occhi di una sconosciuta per strada ti sembra di scorgere un sorriso ma in un attimo quel volto è già lontano, e te ne rendi conto solo quando è già sparito, magari ti chiedi come sarebbe stato fermarsi e parlarci e chissà che persona avresti potuto scoprire, magari la donna della tua vita o la più grande delle stronze o magari niente di tutto questo e soltanto un volto tra i tanti ma…. non potrai scoprirlo mai più. Perchè è andato.

Ecco, non so perchè mi sento un po’ così.

— jC

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