Archivi del mese: giugno 2007

La Casta.


Stella e Rizzo, pp.284
Rizzoli,            18 Euro

Pur non essendo esattamente avvincente a causa dell’esposizione un po’ teatrale da italiano che fa i conti della serva, l’inchiesta ci sta tutta ed è fatta con rigore. Malgrado nel diffuso malaffare fatto di sprechi e nepotismo  raccointato da Stella e Rizzo ci siano di mezzo praticamente tutti i vertici della Pubblica Amministrazione, di cui non mancano nomi e cognomi,  pare non sia ancora partita nessuna denuncia per calunnia. La sensazione è che la classe politica faccia di tutto per evitare l’argomento, al più allontanandone da sé lo spettro recitando anatemi sui rischi dell’ antipolitica. La Casta è un’arringa sorniona, pronunciata dall’autore col tono del tribuno della plebe che sa di avere in mano tante e tali prove sulla colpevolezza dell’intero spettro politico italiano (sembra salvare soltanto Soru) da potersi concedere di dosare compiaciuto ironia e biasimo. Stella, infatti, stravince una partita tutta in discesa per scelta del bersaglio e vastità della platea, partita che lui ha però  il merito di aver cominciato a giocare prima degli altri. Ora però, accantonato il fenomeno editoriale e attendendo lo stormo degli emuli e degli epigoni, resta da capire come abbia fatto questo popolo sempre santificato nella retorica nazionale ad essersi fatto rappresentare da questo gruppo di mediocri arrivisti? E qui ci sono due alternative: o la democrazia rappresentativa in Italia non funziona, oppure la verità è che questi rappresentano benissimo il paese. Eddai, guardiamoci bene allo specchio: non è che questa classe dirigente un po’ ci somiglia?

Voto: 6+

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Sragione di stato.


Camillo Arcuri, pp. 151
BUR passfut, euri 9,20

Letto in un pomeriggio. Arcuri torna sulla pista delle complesse trame nere, troppe ed intricatissime, dell’Italia dei Golpe e delle Stragi. Stavolta il trait d’union non è il golpe Borghese (citato copmunque in più punti) ma la vicenda del generale Dalla Chiesa raccontata per bocca del suo braccio destro Niccolò Bozzo, la cui testimonianza si alterna alla ricostruzione tratta tra documenti dell’epoca e pezzi di cronaca. Lontano anni luce,  e  molte pagine, dall’essere un libro in grado di dare una versione completa e coerente di una vicenda, che in realtà furono molte,  che ha accompagnato come un’ombra la storia del paese per più di cinquant’anni, ha comunque il pregio di ridefinire  ruoli e retroscena legati ai personaggi e ai sistemi di potere  di quegli anni. Anche se in modo a volte caotico risveglia dubbi che non dovrebbero mai dormire.

Voto: 6

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TU 6

[copertina]

titolo: TU 6
autori: Giovanni Floris & Lorenzo Terranera, in collaborazione con l’associazione Cuntrastamu
editore: Lapis edizioni (collana "fuoricollana / album illustrati")
pagine: 36
prezzo: € 11,00
ISBN: 978-88-7874-067-9
parla di: legalità

"TU 6" non è tanto un libro da recensire, quanto da leggere, possedere e comprendere. Comprenderne la necessità prima di ogni altra cosa.
E’ un libro per immagini, che scorrono via in un attimo, ma lasciano un segno. E’ un libro per chiunque segua le proprie regole, quando sembra che la società le abbia perse, per chiunque si sia conquistato da solo una "educazione", quando possederne una può risultare persino scomodo a volte, e controproducente.
Nell’immagine di copertina si è scelto il bambino che non ha paura di parlare ad alta voce, di dire quello che pensa. Io preferisco forse, quello che non ha paura di vedere.

Per scelta degli autori, completamente accessibile e "sfogliabile" online qui.
Meritevole.

Voto: N/C

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Un uomo senza patria.


Kurt Vonnegut, Euri 11,50
Minimum Fax,  pp.116

Scarna raccolta di scritti e di vignette pseudo-umoristiche dedicati a piccoli (e spesso insignificanti) episodi autobiografici ,  sprazzi di satira sociale e  di costume e qualche sferzata politica  di  un Vonnegut ormai ultraottantenne. Un saggietto striminzito e povero, che non lascia niente a parte forse un pò di umana simpatia (sempre che si sia disposti a dimenticare gli 11 euri spesi per accaparrarselo) per l’anziano intellettuale scomparso di recente. L’operazione editoriale è tutta incentrata (titolo e controcopertina lo indicano chiaramente)  su una frase effettivamente presente nel libro in cui il vecchio Kurt ammette di non sentirsi più americano e intravede nell’aggressività bellica USA in medioriente paralleli con l’espansionismo nazifascista della seconda guerra mondiale (cui partecipo’ tra i liberatori e durante la quale fu fatto prigioniero). Un americano illustre che non si sente più americano genera scalpore,  il futuro lettore pensa così che il vecchio leone abbia di nuovo estratto le unghie. Unghie che in realtà  Vonnegut non aveva più al momento della stesura  o che almeno non hanno graffiato  queste pagine che parlano  soprattutto dello sguardo ironico di un vecchio intelligente e bizarro su un mondo che, come è naturale,  non è più il suo. La frase che fa da volano pubblicitario al libro resta in realtà abbastanza isolata,  annunciando scintille delle quali  non c’è poi traccia in cento paginette di riflessioni  che paiono al contrario un po’ annacquate. 
Philip K. Dick prima di morire non si sentiva più un autore di fantascienza  tanto che non leggeva più questo genere eccezion fatta, appunto, per gli apprezzatissimi romanzi di Vonnegut: ecco  è il caso piuttosto di rileggere quelli,  renderete miglior servigio a voi stessi e alla memoria del loro autore.

Voto: 4.5

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Perchè non possiamo essere cristiani (e meno che mai cattolici)


Piergiorgio Odifreddi, pp 253
Longanesi, euri 14,50

Con molto ritardo appongo anche io un "parere" su quello che mi capita di leggere, e chi mi conosce sa che non c’era libro più adatto.
L’analisi fatta da Odifreddi in tutto il testo attraversa la storia della religione cristiana, dai tomi biblici sino a quelli neotestamentari.
La quantità di informazioni messe nelle 250 pagine è enorme e estremamente puntuale.
Lo stile di Odifreddi è basato sui fatti, è ammirevole che ogni fonte sia riportata al termine del libro, e spesso viene citato il catechismo della CEI (che si prodiga sovente in doppi carpiati per giustificare situazioni assunte ormai come dogmi).
L’autore alterna analisi approfondite con espressioni caustiche molto dirette ma che mettono a nudo la questione senza timore reverenziale: "…in questi tempi la Chiesa continua a far girare la macchina della simonia a pieno regime….anche in maniera diretta incassando gli introiti da slot machine dei ceri, e da casinò dei santuari e giubilei."
A mio avviso il testo è esaustivo riguardo l’argomento  e può dare innumerevoli spunti di ulteriore approfondimento.
Devo fare un appunto all’autore quando dice che riguardo al discorso di Ratisbona il Santo Padre si è dovuto scusare: che io sappia si è solo "rammaricato" dell’accaduto, scusandosi sarebbe andato contro la sua presunta infallibilità.
Nonostante in alcuni punti il libro sia faticoso per gli arzigogoli filosofici che ci vengono posti, ( ma solo in un caso o due) chi lo scrive è riuscito comunque a indirizzarlo a un target molto ampio di lettori.
Tutto sommato un libro da leggere, anzi, da studiare, soprattutto in questi tempi…

Voto: 7

Letto anche da Aramcheck: Irriverente, caustico, rigoroso e perfino un po’ incazzato,  Odifreddi si fa forte impugnando le armi della ricerca storiografica e dell’evidenza scientifca contro le Sacre Scritture e le encicliche papali. Senza ossequiosi preamboli e noiosi distinguo il professore affonda il colpo  smascherando quello che è inevitabilmente il  frutto di posticci collage, manipolazioni poltiche, sovraposizione di miti, leggende e credenze sacre e pagane   affastellatesi  nel corso dei secoli.  Ci vuole qualcno  ogni tanto che  non tema di irritare il Vaticano e sia in grado di sfidarlo apertamente sul campo della ratio, senza concedere all’avversario  né punti di vantaggio né rispettose formule di cortesia.

Voto: 6.5

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