Daryl Gregory, EURO
Fanucci, pp.327
In un presente alternativo, dove alcune vicende storiche del secondo novecento hanno preso una piega diversa, la popolazione è tormentata da possessioni "demoniache" che trasformano, per periodi di tempo relativamente brevi , ignari cittadini in pazzi invasati, costretti a ripetere all'infinito strane e spesso violente ritualità psicotiche. Dalla fascetta di copertina il signor Fanucci invita gli ammiratori di Philip Kindred Dick a leggere questo libro. La tipa, di cui non ricordo il nome, allo stand Fanucci di "Più libri più liberi" me lo ha caldamente consigliato quando le ho chiesto di indicarmi qualche nuova uscita fantascientifica degna di nota. Effettivamente Philip Dick compare nel testo come personaggio secondario, un corpo biologico dikchiano posseduto dall'entità razionale VALIS che gironzola per i raduni di appassionati dispensando pillole di saggezza, dopo di che finiscono le affinità con la figura delllo scrittore di "Scorrete lacrime disse il poliziotto". Più l'omaggio, strumentale alla narrazione, ad un grande autore che la continuità con l'opera d'un maestro. In realtà, la contemporaneità ucronica di Gregory è lontanissima dalle spiazzanti distopie di Dick e l'ambientazione e lo stile ricordano più il Gaiman di American God (leggete quello piuttosto). Il protagonista, pur scavando in lurgo e in largo nel proprio passato, risulta sfuggente e il romanzo ne soffre. I Demoni sono delle maschere volutamente prive di profondità, che pretendono di inquietare il lettore con le loro compulsioni ossessive e la loro sola presenza. Gregory evita con merito la ricerca del colpo di scena a tutti i costi, ma il romanzo si limita a lasciarsi leggere, mentre alcune idee che sembrano feconde muoiono sul nascere, la lettura scorre liscia senza appassionare troppo e senza stupire granché.
Voto: 5.5